
Il primo giorno dopo la quarantena

Facciamo una piccola buca,
mettiamoci dentro un piccolo fiore
e aspettiamo che cresca.
Sparecchiamo i pensieri,
tappezziamo con nuova carta
i doveri sanciti e le cose scritte.
La legge di ieri, i divieti di domani.
Infrangiamo il desiderio
dello stetoscopio
di uomini bianchi
rigidi camici di ordinanza.
Da oggi sarà possibile:
correre su un prato fiorito,
a patto che lo si faccia a piedi nudi
e con i pensieri attorcigliati alle caviglie.
Tocchiamo la terra con le mani,
riscopriamone il calore
e la secchezza delle zolle.
Non strappiamo fiori,
ma sorrisi a piccoli uomini
che ci osservano guardinghi
da dietro le persiane.
(Non sapranno mai
di stare a scrutare
le loro migliori
occasioni perdute)
Riduciamo in polvere
il ricordo del rumore.
D’ora in poi conterà
solo il canto di un passero.
Restiamo al sole il tempo che basta
per mettere in moto
l’energia termica del cuore.
Muoviamoci in direzioni sconosciute
come api che sciamano.
Perdersi e ritrovarsi
sarà il nostro quieto divertimento.
Mangiamo una mela
col solo scopo di
impiastricciarci le dita.
Spingiamo la vista fino all’orizzonte.
Poi serriamo lo sguardo
e mandiamola oltre.
Solo cosi alla fine del giorno
se avremo occhi ancora buoni,
da quel piccolo fiore
vedremo nascere un mondo migliore.
Caro “amico”. Una occasionale, quanto gradita, corrispondenza di sentimenti e passioni mi induce a questo approccio confidenziale che, sono sicuro, mi perdonerai.
Caro “giovane” amico. Una caratteristica non necessariamente discriminante, ma indispensabile per evidenziare la differenza anagrafica con chi, come me, appartiene a quella categoria “a rischio”…di essere immolata sull’altare del COVID 19!
Caro giovane amico di “Sulmona”. Posso anch’io dire , anche se non ho mai letto le Metamorfosi e non solo!
Caro giovane amico di Sulmona, “che ha studiato nella capitale”. Anch’io sono emigrato a Roma, ma in età molto precoce (1960, l’anno delle Olimpiadi romane) e dove, dopo aver superato il trauma da adattamento ambientale giovanile, sono rimasto fino ad oggi, medico pensionato, orfano delle montagne della valle Peligna.
Caro giovane amico che “nel tempo libero fugge in montagna”. Fuggire in montagna per un ultra settantenne, è una affermazione pretenziosa se non fosse per me vera!
Caro giovane amico che ha scoperto la “pietra luccicante sotto il cuscino”. Non posso dire di avere girato il mondo in lungo e in largo, ma anch’io ho fatto questa scoperta quando due anni fa ( dopo il pensionamento) ho deciso di dedicarmi ad esplorare ( possibilmente a piedi) i paesini della valle Peligna
Caro giovane amico “di amici”. Il 9 febbraio 2019, discendendo dal Castello di Popoli, sono timidamente entrato in un piccolo scrigno tappezzato di libri. All’interno il sorriso accogliente di Paolo Fiorucci ( il Libraio di Notte) mi ha riempito l’animo di una soddisfazione indicibile!
Ma che vuoi di più dalla vita!
Conoscere Savino Monterisi quando tornerò a Sulmona. Un motivo in più per vivere!
Caro “amico” : una occasionale, quanto gradita, corrispondenza di sentimenti e passioni mi induce a questo approccio confidenziale che, sono sicuro, mi perdonerai.
Caro “giovane” amico. Una caratteristica non necessariamente discriminante, ma indispensabile per evidenziare la differenza anagrafica con chi, come me, appartiene a quella categoria “a rischio”…di essere immolata sull’altare del COVID 19!
Caro giovane amico di “Sulmona”. Posso anch’io dire , anche se non ho mai letto le Metamorfosi e non solo!
Caro giovane amico di Sulmona, “che ha studiato nella capitale”. Anch’io sono emigrato a Roma, ma in età molto precoce (1960, l’anno delle Olimpiadi romane) e dove, dopo aver superato il trauma da adattamento ambientale giovanile, sono rimasto fino ad oggi, medico pensionato, orfano delle montagne della valle Peligna.
Caro giovane amico che “nel tempo libero fugge in montagna”. Fuggire in montagna per un ultra settantenne, è una affermazione pretenziosa se non fosse per me vera!
Caro giovane amico che ha scoperto la “pietra luccicante sotto il cuscino”. Non posso dire di avere girato il mondo in lungo e in largo, ma anch’io ho fatto questa scoperta quando due anni fa ( dopo il pensionamento) ho deciso di dedicarmi ad esplorare ( possibilmente a piedi) i paesini della valle Peligna
Caro giovane amico “di amici”. Il 9 febbraio 2019, discendendo dal Castello di Popoli, sono timidamente entrato in un piccolo scrigno tappezzato di libri. All’interno il sorriso accogliente di Paolo Fiorucci ( il Libraio di Notte) mi ha riempito l’animo di una soddisfazione indicibile!
Ma che vuoi di più dalla vita!
Conoscere Savino Monterisi quando tornerò a Sulmona. Un motivo in più per vivere!
Vincenzo ti aspetto in Valle!